facebook
^Torna sù

  • 1 www.iacopi.org
    IACOPI o JACOPI: una serie di antiche famiglie originarie della TOSCANA
  • 2 Iacopi - Jacopi
    Un cognome molto raro con (alle spalle) una storia importante !
  • 3 RICERCHE E STUDI
    Alla ricerca delle origini e della storia degli IACOPI. Sito interamente creato grazie alla ricerca e agli studi.
  • 4 AIUTI GRADITI
    Essendo ricerche storiche molto complesse è possibile vi sia qualche errore. Nel caso riscontriate delle imprecisioni vi prego di comunicarlo a maxtrimurti@gmail.com
  • 5 Benvenuto
    Buona navigazione.

IACOPI DISCENDENZE E STORIA

Una vita di ricerche per conoscere chi sono.

  

ISABELLA d’ESTE

ISABELLA d’ESTE

Una donna eccezionale nel caos delle guerre del Rinascimento

 

(Stampato su “SUBASIO” n. 3/12 del settembre 2004, Bollettino trimestrale dell’Accademia Properziana del Subasio di Assisi)

Nell’Italia dei Condottieri e delle fazioni, fra le devastazioni dei mercenari di Carlo 5°, di Venezia, del Papa o del Re di Francia, svetta la figura poco conosciuta di Isabella d’Este. Una donna con una marcia in più, tormentata fra l’amore ed il potere, portatrice di una grande modernità.

Resa celebre dall’Ariosto, suo fedele amico, nell’Orlando Furioso, laddove recita “Io voglio che per l’avvenire il tuo nome / sia sinonimo di intelligenza sublime / di beltà, distinzione e cortesia, / marcato infine dal segno della perfezione … “. La vita di questa donna si confonde fra le raffinatezza del Rinascimento e gli sconvolgimenti delle numerose guerre del periodo. Mai come nel Rinascimento l’espansione e l’influenza della civiltà italiana fu così grande, ma mai la sua struttura sociale fu altrettanto minacciata dalle fondamenta. A partire dal 1494, la spedizione di Carlo 8°, Re di Francia, provoca una vera e propria rottura dell’equilibrio politico della penisola e l’Italia, divenuta campo degli appetiti e delle voglie delle grande potenze dell’epoca, rivela una grande donna di potere e di intelletto che si afferma però a danno del suo destino di sposa.

Nata a Ferrara il 18 maggio 1474, è la figlia del potente Duca Ercole d’Este (1431 – 1505) e di Eleonora d’Aragona e diverrà la sposa di Francesco Gonzaga, marchese di Mantova.(1466 – 1519) A dieci anni, bambina precoce, stupisce tutti per la sua intelligenza, la sua bellezza e la sua grazia. Dotata di una bellissima capigliatura bionda, di una carnagione splendente, essa sembra incarnare l’ideale rinascimentale della bellezza. Ma se Isabella d’Este colpisce già gli spiriti dell’epoca dalla sua più tenera età, ciò non è soltanto per il suo charme fisico ma soprattutto per i suoi doni intellettuali, eccezionali per una ragazza così giovane. Il suo amore per gli studi gli consente di recitare a memoria dei versi di Terenzio Varrone e di Virgilio. Questo amore per il sapere le resterà per tutta la vita e la sua fama le consentirà di intrattenere una fitta corrispondenza con i più famosi umanisti e sapienti della sua epoca. Questa giovanetta, dotata di straordinarie qualità, seduce tutto il suo ambiente circostante per la sua vivacità, la sua bella voce e la sua grazia. Certo questo non è il frutto del caso, ma il risultato di una educazione artistica e scientifica, che ha consentito di sviluppare le sue qualità innate. La corte estense a Ferrara era in effetti fra i cenacoli intellettuali ed artistici più prestigiosi dell’Italia del tempo, Suo padre, Ercole d’Este, è un degno discendente dei suoi famosi antenati. Niccolò d’Este (1383 – 1441) aveva accolto nella sua corte il Petrarca, Alberto (1347 – 93) è stato il fondatore della celebre Università degli Studi di Ferrara che attirava il più grandi eruditi ed umanisti d’Italia; Leonello (1407 – 50) e Borso d’Este (+ 1471) avevano commissionato la decorazione dei loro palazzi a Jacopo Bellini ed a Piero della Francesca. Pertanto a partire dalla sua più giovane età Isabella apre gli occhi su dei tesori e partecipa alle conversazioni di un Giovanni Pico della Mirandola[1] o di un Nicolò da Correggio[2]. Quello che essa riceve dal questa infanzia speciale e fortunata saprà trasmetterlo qualche anno più tardi ai suoi figli, Federico ed Ercole. Questi avranno infatti per precettore Baldassarre Castiglioni (Marcaria 1478 – 1529 Mantova), l’autore del “Cortigiano”, opera che farà il giro dell’Europa e Pietro Bembo[3], filosofo, autore del “Trattato dell’immortalità dell’anima” (1516), opera che influenzerà non poco il pensiero razionale dell’epoca. In effetti Isabella riunisce in se stessa delle qualità rare e talvolta opposte. Dai suoi studi scientifici, sotto la guida dei più grandi sapienti del periodo, all’arte del canto, dove eccelle, agli intrighi politici ed alla diplomazia, nulla resiste a questa donna d’eccezione. Si interessa di tutto con pari talento, pur non dimenticando di coltivare la sua femminilità e la sua vanità. Spende fortune in collane e stoffe lussuose. Suoi speciali agenti corrono in lungo ed in largo la città di Venezia per trovare le più belle pelli di zibellino. Quando vuole una cosa la vuole subito: manoscritti rari, gioielli, oggetti preziosi, con i quali far brillare la sua fama e magnificare la sua bellezza. Molti uomini famosi fanno dei viaggi appositamente per conoscerla, Ludovico il Moro[4] suo cognato, la considera come un anima gemella. Luigi 12°, Re di Francia, la descrive come “una bella donna che danza a meraviglia”. Tutti gli uomini del tempo la considerano come “la prima donna del mondo”.

Nonostante tutti queste seduzioni e riconoscimenti, essa riuscirà a rimanere fedele ad un solo uomo, Francesco Gonzaga, il marchese di Mantova. Fidanzati fin dalla loro più tenera infanzia, secondo i costumi dell’epoca, Francesco le faceva visita ogni estate, giocando con lei e incantato da questa bella giovane le inviava persino dei poemi. Ma questo stato di incantesimo non durerà che qualche anno. Con il passare del tempo questo marito, tanto amato, diviene infedele e comincerà a collezionare un notevole numero di amanti e, naturalmente, un adeguato numero di figli adulteri. Isabella non dice nulla, non reagisce. Fa finta di ignorare le tresche di suo marito perché ha scoperto di avere una testa politica, delle idee politiche e soprattutto una volontà politica di potere. La dolce ragazza che era, per effetto anche del suo menage familiare, sparisce a poco a poco per far posto ad una donna di forte volontà, che partecipa con decisione a tutti i conflitti politici del tempo. Su questo terreno essa sarà molte volte in disaccordo con il marito, cosa che di certo non favorisce in lui un ritorno di fiamma verso la moglie e che lo spinge a preferire vieppiù le braccia dell’appassionata e dolce sua cognata Lucrezia Borgia[5]. Francesco, uomo di guerra fra i migliori del suo tempo, rinfaccia alla moglie il suo autoritarismo. Attribuisce alla moglie delle colpe nell’educazione del loro figlio Federico, al quale “imbroglia lo spirito” con dei versi latini, piuttosto che farne un cavaliere rotto al mestiere delle armi. Uomo dal temperamento bollente, non risparmia alla moglie, troppo virile, ne insulti ne ingiurie. Il problema che più lo turba e quello di pensare che la moglie lo voglia soppiantare nel governo di Mantova. Bisogna pur dire che Isabella ha cominciato a prendere gusto nella politica, dopo che fu costretta a gestire la Reggenza del marchesato durante le campagne militari del marito e la prigionia di questi da parte dei Veneziani nel 1509. Di fatto quando il marito rientra nel marchesato la donna non si adatta a cedere i suoi poteri, tanto più che si sente più idonea alla condotta del governo rispetto al marito. Di fatto se la bontà, la grazia, la bellezza e la cultura di Isabella avevano sedotto il marito all’inizio del matrimonio, dopo qualche anno poche di queste qualità sopravvivono nella sposa. Le numerose gravidanze hanno col tempo appesantito la sua linea. Il marito non vede più nella moglie che una donna autoritaria che si immischia in permanenza nella politica e che contesta le sue decisioni. Questi conflitti dureranno sino alla morte del marito il 29 marzo 1519. Sul suo letto di morte Francesco Gonzaga saprà comunque riconoscere le notevoli competenze di Isabella. Gli affiderà il governo di Mantova sino alla maggiore età del loro figlio Federico (1500 – 1540). L’elogio, purtroppo tardivo, che le fa il marito la tocca profondamente. Quindi anche se la politica è stata una continua fonte di discordie familiari, per Isabella rappresenta una fonte di soddisfazioni ed i suoi successi furono numerosi e di prestigio. In occasione del sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi nel 1527, Isabella, schierata dalla parte degli imperiali, si trova riparata nel palazzo Colonna dove vi protegge 2000 romani. La sua posizione politica a favore dell’impero non le impedirà poi di intrigare con il Papa per la nomina a Cardinale per il figlio Ercole Gonzaga[6] in cambio di 4 mila ducati. Papa Clemente 7° de’ Medici, a corto di denaro e non in condizione di pagare la truppa, non trova altra soluzione che accettare. Ma il talento politico di Isabella raggiunge il suo apice quando l’Imperatore Carlo 5° decide di innalzare a Ducato il Marchesato di Mantova, in riconoscimento dei meriti acquisiti nella sua opera a favore dell’impero. Grazie infatti alle decisioni di Isabella, Mantova si riscatta dell’adesione all’ultima Lega. All’incoronazione dell’Imperatore del 24 febbraio 1530 a Bologna, Isabella é fra i presenti. Ha 56 anni ed il suo successo politico la rende radiosa. Essa è circondata, come sempre, da una coorte di giovani e belle amazzoni, che essa utilizza alla stessa maniera che più tardi utilizzerà Caterina de’ Medici. I ricevimenti che essa dà al Palazzo Monzala sono fra i più brillanti e ricercati. I gentiluomini si fanno una lotta spietata per esservi invitati ed arrivano persino a duellare per l’amore di una delle sue dame d’onore.

Il 5 ottobre 1531 suo figlio, Federico Gonzaga[7], sposa Margherita Paleologo (1510 - 1566)[8] ed Isabella sente che è arrivato il momento di ritirarsi dagli affari pubblici a favore del figlio. Da quel momento essa si consacra all’abbellimento dei giardini e ad amministrare con autorità il suo piccolo Principato di Solarolo[9], posto alle frontiere con la Toscana.

I suoi ultimi anni li passa dedicati ai viaggi e ad occuparsi dei suoi cari ed in particolare di sua figlia Eleonora Gonzaga, (1494 – 1570)[10] immortalata dal Tiziano, e per molto tempo negletta. Isabella si spegne il 13 febbraio 1539, lasciando il ricordo di una donna eccezionale che in tutta la sua vita ha cercato di eccellere in tutto quello che ha fatto. Coltivare la bellezza intorno a sé, proteggere gli artisti, abbellire di grandi opere d’arte le sue collezioni, influenzare la vita politica del tempo. Il suo solo insuccesso è stato quello di non aver capito suo marito e di non essere stata compresa da questi. Essa non fu la sua dama ed egli non fu il suo cavaliere così come aveva sognato e sperato che fosse nella sua infanzia. Per tutti questi aspetti Isabella d’Este è una donna estremamente interessante ed attuale ed annuncia, con la sua vita, le contraddizioni della donna moderna davanti alla non facile scelta fra l’amore e l’azione.

 

[1] Concordia 1463 - Firenze 1494, dotto umanista ed enciclopedico, signore di Mirandola e Concordia

[2] Niccolo Postumo FE 1450 – 1508; imparentato con gli Este fu al loro servizio; suocero di Bartolomeo Colleoni.

[3] Ve 1470 - Roma 1547, Cardinale, Vescovo di Gubbio e di Bergamo; figura cardine del rinascimento

[4] Vigevano 1452 - Loches 1508. Signore di Milano morto in esilio in Francia. Marito di Beatrice d’Este

[5] Figlia del Cardinale Rodrigo Borgia e di Vannozza Cattanei (1480 - 1519); sposa 1898 il Duca Alfonso d’Este

[6] Mantova 1505 - Trento 1563, Cardinale, Vescovo di Trento, dove si indisse il famoso Concilio

[7] 1° Duca di Mantova e  nel 1533 Marchese del Monferrato

[8] Figlia di Giangiorgio Marchese del Monferrato (1480 - 1533) e di Anna Alençon Nevers

[9] Feudo dei Manfredi di Faenza in provincia di Ravenna, dato in pegno nel 1514 ai Gonzaga per 60 anni. Dal 1529 al 1539 viene governato direttamente da Isabella Este Gonzaga

[10] Moglie di Francesco Maria della Rovere, Duca d’Urbino. Ispiratrice della Venere d’Urbino

Copyright © 2013. www.iacopi.org  Rights Reserved.