BANCHIERE

BANCHIERE

Pubblicato su Rivista Informatica "GRAFFITI on line" (www.graffitionline.com),

del mese di dicembre 2020 con il titolo “LA MONETA, I BANCHIERI E LE

BANCHE”,

https://www.graffiti-on-line.com/home/opera.asp?srvCodiceOpera=1957

 

Tutto ha inizio da dei semplici scambi di merci. Dagli scambi delle popolazioni

nomadi ai grandi istituti finanziari si gioca tutta la nostra civiltà.

Lo scambio è sempre esistito nel mondo e ritorna alla moda nei paesi occidentali

attraverso delle associazioni che lottano contro lo spreco e la mondializzazione.

Ma già da quei tempi lontani è stato necessario organizzare un sistema di scambi

basato su un valore di riferimento riconosciuto da tutti. E’ in questo contesto che

è comparsa nel mondo la moneta.

Sembrerebbe che agli inizi questa moneta abbia avuto un valore religioso,

protettore, simbolico. Ma quale moneta ? La più antica moneta di scambio, quasi

universale, è rappresentata da una conchiglia, tra l’altro ancora in uso all’interno

di certe tribù africane. Si tratta del cauri (1), dalle molteplici specie del gruppo

Gasteropodi, molto abbondante nell’Oceano Indiano. La sua forma arrotondata,

che ricorda il sesso femminile, non è stato certamente estranea alla sua fortuna.

In ogni caso, i Cinesi, dal 3500 prima della nostra era, l’hanno utilizzata nei loro

scambi commerciali, dopo essersene largamente serviti come amuleto. La sua

fortuna è dovuta al fatto che risulta molto difficile da essere contraffatta ed

occorrerà aspettare il 20° secolo in Europa e la sua imitazione in pasta di vetro

affinché la più antica moneta del mondo, certamente la più universale e la più

incontestata in ogni tempo, perda di un colpo tutto il suo valore.

Fin dagli inizi le conchiglie vengono stoccati in dei capannoni, gigantesche

casseforti, accuratamente protetti. Le conchiglie vengono perforate per infilarle

su delle cordicelle, per facilitarne il conteggio ed anche il trasporto. Vengono

anche pesate, perché determinati importanti acquisti vengono effettuati anche a

peso. Il cauri risulta la moneta corrente nell’Egitto predinastico, nell’India, alle

Maldive, dove i Portoghesi la immagazzinano. All’inizio del 16° secolo, i Tedeschi

la introducono massicciamente nell’est dell’Africa, dove peraltro era conosciuta

sin dall’11° secolo, attraverso i mercanti arabi, grazie alle loro importazioni dal

Maghreb o dal Vicino Oriente. Queste conchiglie servono, sia per il commercio,

sia per l’arte divinatoria. La ditta inglese Stuart & Douglas fonda la sua fortuna

sul suo traffico, ma saranno gli Olandesi che prenderanno la guida del mercato

internazionale del cauri nel 1699 ad Amsterdam ed i banchieri dei Paesi Bassi ne

controlleranno completamente il suo corso.

Per la Francia, che è stata una delle nazioni che ha praticato su scala industriale

la tratta negriera dal porto di Nantes, questa attività viene negoziata per mezzo

della conchiglia che, per forza di cose, viene introdotta in America, attraverso

della triangolazione degli scambi commerciali. A quell’epoca uno schiavo in buona

salute veniva valutato intorno alle 50 libbre di cauri.

Allorché l’Europa comincia a fabbricare il cauri in pasta di vetro, l’abbondanza

della moneta circolante viene a determinare la caduta del suo valore e nel corso

del 19° secolo tale mezzo di scambio viene progressivamente abbandonato a

favore della carta moneta. Anche se le conchiglie riappaiono successivamente, in

diverse parti, in occasione delle grandi crisi economiche, ad esempio nel 1930 in

alcuni paesi africani. Simbolicamente il cauri sopravvive nella scrittura cinese,

che l’utilizza in un pittogramma che indica l’atto del pagare, oppure nell’unità

monetaria del Ghana.

Ma altre derrate sono state nel tempo moneta di scambio. E’ specialmente il caso

del sale, che serve da paga ai legionari romani - da cui il nome di salario, dal

latino salarium - con il quale i soldati possono comprare delle mercanzie. Anche il

tabacco ha avuto per lungo tempo lo stesso ruolo in America del Nord (in

Virginia, nel Maryland e nella Carolina) al punto da essere dichiarato persino

moneta legale nel 1642: si poteva a quel tempo pagare con foglie o pacchetti di

tabacco, usanza che perdurerà per quasi un secolo. I fiori, le stoffe preziose,

come la seta, o le perle hanno avuto anche loro il ruolo di moneta. Ma in realtà

sarà la moneta metallica che conoscerà uno sviluppo eccezionale.

Nella Grecia antica ogni città conia la propria moneta di metallo. Fatto questo

che crea l’esigenza di cambiatori, al fine di consentire il commercio fra di loro.

Essi installano la loro attività sulle piazze pubbliche. Non ci sono allora né banche

né banchieri: i templi custodiscono il numerario (denaro contante) ed i preti lo

ripartiscono. D’altronde le monete mostrano l’effige degli dei, la civetta effigie

di Atena per la città di Atene, l’ape, dedicata ad Artemide, sulle monete di

Efeso.

Nell’antico Egitto sono gli scribi, funzionari stipendiati in natura dal potere

faraonico, che rivestono il ruolo di banchieri. I loro libri di contabilità ne sono la

testimonianza, anche se non avevano alcun rapporto con un qualsiasi numerario.

Non esisteva circolazione di moneta, ma tuttavia delle annotazioni minuziose

calcolate su delle unità di conto basate sulle riserve d’orzo, poi su quelle di rame,

ben prima che l’oro e l’argento fossero introdotti in Egitto da parte degli Assiri.

Anche se questi metalli preziosi, che costituivano un valore di riferimento, non

venivano di fatto impiegati nell’ambito degli scambi interni, essi servivano a

remunerare le carovane della Nubia e le navi fenice provenienti dall’esterno.

In Europa Occidentale, prima della conquista romana, sono le monete greche che

costituiscono la base degli scambi internazionali. Ma il denarius romano diventa

rapidamente la moneta unica del più vasto impero mai conosciuto in Occidente. I

cambiatori sono costretti a cambiare .. mestiere ! Prendono il loro posto dei

ricchi finanzieri incaricati di amministrare l’enorme traffico commerciale, la

raccolta delle imposte e dei tributi, l’amministrazione dei beni pubblici e gli

scambi delle mercanzie. Si mette in atto una vera e propria amministrazione

commerciale e finanziaria con la creazione di lettere di cambio, per evitare le

spese ed i rischi connessi con il trasporto del numerario. Questi finanzieri romani

sono effettivamente i primi banchieri dell’Occidente e Roma rappresenta la più

importante piazza finanziaria del mondo prima del 20° secolo.

Con la caduta dell’Impero Romano e conseguentemente la scomparsa di un

mercato unico intorno al Mediterraneo, controllato da una moneta quasi

universale, i problemi di gestione del denaro riprendono consistenza, generando

una proliferazione di monete di ogni specie, peso e valore. Ogni piccolo sovrano

europeo batte la sua moneta ed i cambiatori ricompaiono nelle città medievali o

nei luoghi delle grandi fiere, come quelle della Champagne o delle Fiandre. Alcune

monete tuttavia hanno il sopravvento sulle altre; è il caso del fiorino, del ducato,

della lira tornese (di Tours), del grosso , dello scudo e della piastra o del franco

(apparso nel 1360).

E’ a partire dal 13° secolo, durante un lungo periodo di prosperità e di progresso,

che riappaiono i banchieri, attività nella quale sono ancora gli Italiani ad eccellere

con i Lombardi ed i Fiorentini. Non a caso una delle strade della city londinese si

chiama Lombard Street ed anche a Parigi esiste una Rue de Lombards. Essi

forniscono all’Occidente un mezzo per guidare una crescita, sia economica, sia

territoriale, mai conosciuta sino ad allora. Così facendo si affrancano dalle

monete reali, inventando la propria moneta: le scritture ! Da quel momento si

inizia a commerciare a colpi di dichiarazioni di debito, di lettere di credito o di

cambio, di prestiti ad interesse. Si prende a prestito, si inventa il credito, si

evitano le scadenze a rischio, scambiandosi i debiti.

In questo gioco di scritture gli Italiani si rivelano i primi della classe. Essi, che

sono già dei commercianti provetti, per finanziare le loro enorme spese, si

raggruppano per investire, suddividendo i rischi connessi. Questo è in particolar

modo il caso di Venezia, che riesce a fondare un vero impero marittimo, di

Firenze e di Genova. Per gestire gli enormi scambi e profitti, alcuni mercanti si

specializzano nelle scritture e diventano in tal modo dei banchieri. I più potenti

del tempo sono i Fiorentini. I Medici, banchieri dal 1350, concedono prestiti ai

re, ai papi, fino a quando essi stessi non diventano sovrani e papi. Fondano filiali

in tutta l’Europa, diventano principi e sposano le loro figlie, Caterina e Maria, a

ben due Re di Francia, Enrico 2° (1519-1559) ed Enrico 4° (1553-1610)..

Nella stessa epoca, i loro più grandi concorrenti sono tedeschi, i Fugger di

Augusta, arricchitisi con il commercio della lana, della seta e delle spezie. Essi

diventano nel 16° secolo i banchieri dell’imperatore d’Austria che li nobilita.

Quando Francesco 1° di Francia (1494-1547) e Carlo 5° di Spagna (1500-

1558) si affrontano per la corona imperiale tedesca, sarà in effetti il banchiere

Jacob Fugger il Giovane (1459-1525), che sosteneva l’Asburgo, il grande

vincitore della competizione. A fronte dei 400 mila scudi d’oro, che il Re di

Francia esibisce (che ha dovuto faticosamente portare in dei sacchi) davanti ai

Grandi Elettori, riuniti a Francoforte, Carlo 5° può presentare il doppio della

cifra in lettere di cambio certificate dal banchiere della corona d’Austria. Fatto

che comunque non impedirà ai discendenti del banchiere di fare fallimento per

aver troppo prestato ai sovrani.

La potenza dei banchieri italiani di allora prende forma anche nel vocabolario. Il

termine italiano banca, che deriva dal “banco”, sul quale i cambiatori effettuano

le loro transazioni, diventa di uso comune in tutto l’Occidente a partire dal 15°

secolo, mentre il termine banchiere avrà una diffusione generalizzata circa un

secolo più tardi. Per esempio in Francia al tempo dei Medici e dei Fugger non

esistono né banche né grandi banchieri. Il paese è prevalentemente agricolo e la

presa popolare della Chiesa, che vieta qualsiasi prestito ad interesse, frena lo

sviluppo di tali attività e questo fatto spiega per la gran parte il grave ritardo

evidenziato dalla Francia nel campo economico nei confronti dei suoi vicini. Il

denaro viene considerato come impuro ed i manipolatori di monete resteranno

per lungo tempo personaggi sospetti. Questo stato di cose, peraltro, non

impedirà ai Re di Francia di chiedere somme in prestito per finanziare le loro

conquiste.

Il peso della religione, nella sfera economica in Occidente, costituisce anche un

rilevante e perdurante fattore frenante, al punto che la maggior parte dei primi

grandi banchieri del 18° secolo nell’Europa del Centro Nord saranno Protestanti o

Ebrei. Questi arriveranno a fondare, nel 1700, delle vere e proprie imprese

moderne, come la Cassa dei Conti Correnti, istituti di emissione di biglietti al

portatore, che rappresenteranno il modello per le banche di emissione nazionali.

In questo nuovo sistema moderno dell’economia, la banca ed i banchieri vi

assumono il ruolo di attori principali.

NOTA

(1) Dall’indonesiano Kauri: piccola conchiglia bianco giallastra dell’Oceano Indiano

dall’involucro madreperlaceo.