facebook
^Torna sù

  • 1 www.iacopi.org
    IACOPI o JACOPI: una serie di antiche famiglie originarie della TOSCANA
  • 2 Iacopi - Jacopi
    Un cognome molto raro con (alle spalle) una storia importante !
  • 3 RICERCHE E STUDI
    Alla ricerca delle origini e della storia degli IACOPI. Sito interamente creato grazie alla ricerca e agli studi.
  • 4 AIUTI GRADITI
    Essendo ricerche storiche molto complesse è possibile vi sia qualche errore. Nel caso riscontriate delle imprecisioni vi prego di comunicarlo a maxtrimurti@gmail.com
  • 5 Benvenuto
    Buona navigazione.

IACOPI DISCENDENZE E STORIA

Una vita di ricerche per conoscere chi sono.

  

TRIPOLI 1804, AMERICANI contro i PIRATI

La giovane nazione degli USA decide di intervenire a migliaia di chilometri dal suo territorio per farla finita con le esazioni dei pirati barbareschi, che catturano navi mercantili ed equipaggi, liberandoli dietro riscatto. Uno scenari molto vicino a quello che si svolge oggi al largo delle coste della Somalia.

Fra le navi americane che oggi incrociano al largo delle coste della Somalia per braccare i pirati c'é anche la USS Bainbridge, un incrociatore inviato dal presidente Barack Obama nel 2009. Č una storia che si ripete, in quanto proprio un ufficiale americano, William Bainbridge, si distinse circa due secoli addietro nella cosiddetta "Guerra contro i barbareschi". 
Agli inizi del XIX secolo, quando l'America aveva appena acquisito la propria indipendenza, una quantità non irrilevante delle importazioni della giovane nazione - in particolare grano e pesce secco - transitava per lo stretto di Gibilterra. Gli equipaggi delle navi mercantili venivano regolarmente bloccati e sequestrati da pirati al soldo dei potentati che regnavano sull'Africa del nord. Per sfuggire a questo stato di fatto esisteva una sola soluzione: pagare. 

Dal 1774 il Congresso degli Stati Uniti aveva stanziato ottantamila dollari per rendere "sicure" le rotte commerciali nel Mediterraneo. Nel 1786 Thomas Jefferson e John Adams, rappresentanti americani a Parigi e Londra, incontrarono un emissario venuto da Tripoli per concludere un accordo in cambio di qualche decina di migliaia di dollari. In quell'occasione Jefferson, diplomatico di alto livello, firmò un trattato con il Marocco. 

Nonostante ciò gli atti di pirateria continuarono. Il Dey di Algeri bloccò due navi americane e reclamò sessantamila dollari per liberare ventun marinai ridotti in schiavitů. Jefferson, incollerito, scrisse a James Monroe, uno degli uomini forti del Congresso, che Ťl'unica soluzione sarebbe quella di disporre di una marina capace di farsi rispettareť. Il diplomatico, forte delle sue relazioni nel Vecchio Continente, imbastì quindi un'alleanza con Portogallo, Regno delle Due Sicilie, Repubblica di Venezia, Malta, Danimarca e Svezia contro i pirati barbareschi. Uno sforzo piů che altro di facciata, perché il diplomatico americano sapeva che le grandi potenze - Inghilterra e Francia - avevano ben altre priorità rispetto al problema di rimettere in discussione il pagamento del tradizionale "tributo" agli Ottomani. Gli sforzi degli Stati Uniti e di Jefferson risultarono vani. I barbareschi continuavano a mostrarsi ogni giorno piů intraprendenti ed esosi. 
Nel 1800 William Bainbridge, uno dei piů brillanti ufficiali della marina americana, fu inviato ad Algeri per una missione che consisteva semplicemente nel pagare un milione di dollari ai pirati. In quello stesso anno, l'equivalente di un quinto del bilancio federale statunitense era assorbito da riscatti e tributi versati ai "padroni" del Mediterraneo. 

Quando nel 1801 Thomas Jefferson venne eletto presidente, gli emissari del Pashà di Tripoli, Yussuf Karamanli, inviarono le loro felicitazioni e chiesero al tempo stesso un versamento di 225 mila dollari. Jefferson, finalmente dotato di pieni poteri, decide quindi di passare all'azione: sarebbe stato il primo atto di forza della sua presidenza in materia di politica estera. 
Senza quasi avvertire il Congresso inviň una flotta a incrociare al largo delle coste del Nordafrica, ma la spedizione si risolse in un fallimento. 
Nel 1803, William Bainbridge (sempre lui) venne fatto prigioniero con tutto l'equipaggio della Philadelphia. Un commando americano, a bordo dell'USS Intrepid, riuscì a distruggere, con un audace raid, la fregata americana nel porto di Tripoli. Questo colpo di mano, condotto il 16 febbraio 1804, costituì la prima azione di spicco nella storia del corpo dei Marines. Bainbridge rimaneva tuttavia prigioniero con i suoi uomini nelle galere del Pashà. 
Ma da quel momento, e per quattro anni, gli Stati Uniti condussero una guerra nel Mediterraneo al fine di ottenere la liberazione degli ostaggi. I successi della US Navy - che bombardò per cinque riprese il porto di Tripoli - suscitarono l'ammirazione dell'ammiraglio di Sua Maestà Orazio Nelson, il quale lodò il "coraggio fuori del comune degli Americani". 
Mentre il Congresso si mostrò alquanto reticente, Jefferson sostenne a spada tratta queste operazioni, che oltretutto consentirono alla giovane nazione americana una grande visibilità internazionale. E le vittime entrarono nella galleria degli eroi: come il capitano Richard Somers, morto in una esplosione con tutto l'equipaggio della USS Intrepid o il tenente Stephan Decatur che incendiň la USS Philadelphia nel porto di Tripoli. 

La piů straordinaria azione di questa campagna fu perň quella di William Eaton. Con una decina di Marines e qualche centinaio di mercenari al soldo di Hamet, fratello del Pashà di Tripoli, questo vecchio console statunitense a Tunisi autoproclamatosi generale, attaccò e conquistò la città libica di Derna al termine di un'incredibile traversata del deserto egiziano. Eaton, precursore di Lawrence d'Arabia, cadrŕ nell'oblio. Ma la presa di Derna, nel maggio 1805, costituě la prima vittoria americana in territorio straniero. Un episodio, questo, che mise fine al conflitto. Il Pashŕ Yussuf Karamanli, preso alle spalle e tradito dal fratello, decise di firmare la pace. Thomas Jefferson ottenne la liberazione di tutti gli ostaggi americani. 
Nel 1806 il presidente americano fece erigere un monumento a Washington (successivamente trasferito nell'Accademia Militare di Annapolis) in omaggio agli eroi di Tripoli. Un riscatto di 60.000 dollari venne comunque pagato al Pashà che ottenne dagli Americani anche la promessa di abbandonare il sostegno al fratello.

BIBLIOGRAFIA

  • E. J. London, Victory in Tripoli: How America's War with the Barbary Pirates Established the U.S. Navy and Shaped a Nation - New Jersey, John Wiley & Sons, 2005
  • D. F. Long, Ready to Hazard: A Biography of Commodore William Bainbridge, 1774-1833 - Hanover, N.H., University Press of New England, 1981
  • M. Lenci, Corsari. Guerra, schiavi, rinnegati nel Mediterraneo - Roma, Carocci, 2006

 

TRIPOLI 1804, AMERICANI contro i PIRATI (di Massimo IACOPI)
(Pubblicato su Rivista “GRAFFITI-on-line.com”, nel 2011 e Rivista mensile Storia in Network n. 184 – febbraio 2012 con il titolo “Gli Stati Uniti ed i pirati del Mediterraneo”)

Copyright © 2013. www.iacopi.org  Rights Reserved.