facebook
^Torna sù

  • 1 www.iacopi.org
    IACOPI o JACOPI: una serie di antiche famiglie originarie della TOSCANA
  • 2 Iacopi - Jacopi
    Un cognome molto raro con (alle spalle) una storia importante !
  • 3 RICERCHE E STUDI
    Alla ricerca delle origini e della storia degli IACOPI. Sito interamente creato grazie alla ricerca e agli studi.
  • 4 AIUTI GRADITI
    Essendo ricerche storiche molto complesse è possibile vi sia qualche errore. Nel caso riscontriate delle imprecisioni vi prego di comunicarlo a maxtrimurti@gmail.com
  • 5 Benvenuto
    Buona navigazione.

IACOPI DISCENDENZE E STORIA

Una vita di ricerche per conoscere chi sono.

  

L’agonia di un Impero

L’agonia di un Impero

 

(Pubblicato su Impero Romano d’Oriente di novembre 2006)

 

La concomitanza della pressione ottomana e delle lotte intestine dell’Impero, costituiscono un terreno propizio ai cambiamenti … e ben presto alla disintegrazione completa delle forze bizantine

Il pericolo ottomano

D

opo gli assalti degli Occidentali, Bisanzio deve sostenere un pericolo ancora più minaccioso. Dal 1300 la quasi totalità dell’Asia Minore era caduta nelle mani dei Turchi Osmanli (o Othmanli, Ottomani), originari di piccolo emirato selguichide compreso fra Nicea e Dorileo e che, teoricamente sotto sovranità mongola, aveva acquisito la sua indipendenza all’inizio del regno di Osman (Othman) Gazi (il Vittorioso; 1299-1326): l’aiuto dei mercenari aragonesi e navarresi, del resto poco affidabili – essi si ribellano a Bisanzio e giungono persino ad assediare Salonicco nel 1308, prima di impossessarsi del Ducato d’Atene di Gualtieri di Brienne nel 1311 - non modifica significativamente l’avanzata degli Ottomani. Questi si impadroniscono di Bursa (Brussa) nel 1326, di Nicea (oggi Iznik) nel 1331 e di Nicomedia (oggi Izmit) nel 1337. Durante questo periodo Bisanzio si dissangua in lotte intestine

Guerre civili

La prima grande guerra civile opone, a partire dal 1321, Andronico 2° (1282 -1328) a suo nipote e co-imperatore Andronico 3° (1328 – 1341), sostenuto dal magnate e grande aristocratico Giovanni Cantacuzeno. Questo conflitto dilania gli ultimi lembi dell’Impero in due parti, una sotto il controllo di Andronico 3° (la Tracia ed una parte della Macedonia), l’altra nelle mani di Andronico 2° (Costantinopoli ed i suoi dintorni). Andronico 3° ed il suo alleato Cantacuzeno, una volta al potere, si sforzano di ricostituire una vera ed efficiente flotta imperiale. Non essendo i fondi pubblici sufficienti alle necessità, l’obiettivo viene conseguito con l’aiuto dei Cantacuzeno e di altri aristocratici. La potenza statale bizantina era morta e l’esercito e la flotta diventavano praticamente strutture “privatizzate”.

Alla morte di Andronico 3°, il Gran Domestico (1), pretende ed impone la reggenza al giovane Giovanni 5° Paleologo. Scoppia così una nuova guerra civile fra i partiti rivali, proprio mentre le frontiere vengono attaccate da tutte le parti. Giovanni Cantacuzeno riesce però, con l’aiuto di truppe private, a scongiurare la minaccia esterna, ma, approfittando della sua assenza da Bisanzio, il partito avverso riesce a farlo dichiarare nemico della Patria e procede all’arresto dei suoi partigiani. Cantacuzeno reagisce, facendosi proclamare imperatore (1341), pur conservando e garantendo i diritti legittimi di Giovanni 5° (1342-1391). Ha inizio allora una lunga guerra civile che avrà termine solo nel 1347 con l’entrata in Costantinopoli di Giovanni Cantacuzeno, dove si fa incoronare imperatore sotto il nome di Giovanni 6° (1347-1354)

Il conflitto si riaccende ben presto. Dal 1352. Giovanni 5°, lamentandosi di essere stato allontanato dal potere a favore di Mattia, il figlio di Giovanni 6°, rilancia le ostilità e dopo l’esilio di Giovanni 5°, Mattia viene proclamato imperatore (1353). Ma appoggiato dalla popolazione, in panico per la conquista di Gallipoli da parte degli Ottomani (a seguito del terribile terremoto dei Dardanelli) ed ostile all’aristocrazia ed all’introduzione di elementi turchi nella corte imperiale, Giovanni 5° Paleologo fa rientro a Costantinopoli anche con il determinante aiuto dei Genovesi. Giovanni 6° Cantacuzeno è costretto ad abdicare nel novembre 1354 ed a farsi monaco.

….conflitti religiosi e rivolte popolari

Come se non bastasse l’Impero, oltre a questa interminabile guerra civile, viene dilaniato da una disputa religiosa degli Hesycasti, corrente ascetico mistica che aveva il suo bastione nel Monte Athos e che propugnava la possibilità per l’uomo di contemplare la luce, che sul monte Tabor aveva aureolato Gesù in occasione della trasfigurazione, per mezzo della pratica di una specie di yoga. Giovanni 6° riesce a far trionfare l’Hesycasmo (2) in occasione del Concilio delle Blacherne nel 1351. Peraltro l’Impero o quello che rimaneva, deve far fronte a dei temibili movimenti sociali urbani, opposti all’aristocrazia terriera ed attizzati dai nemici del Cantacuzeno. In tal modo a Salonicco (Tessaloniki) il partito popolare degli zelati riesce ad imporre, dal 1342 al 1350, una vera dittatura del proletariato “ante litteram” che si materializza attraverso un esproprio forzoso e generalizzato dei possidenti, aristocratici o religiosi ed attraverso un bagno di sangue ed un regime di terrore.

Dal caos alla caduta

Approfittando di questo caos, la potenza serba riesce ad affermarsi e l’imperatore Stefano Duchan (1334-1355) si impossessa successivamente dell’Albania (1343/46), dell’Epiro, dell’Acarnania e della Tessaglia (1347/8). Da parte loro i Genovesi riescono a recuperare Chios e le miniere di allume (1346) ed il territorio bizantino si riduce alla sola Tracia ed a qualche isola del Mare Egeo, a Salonicco ed al Despotato di Morea, quasi indipendente e che conosce dal 1402 al 1432, una sorprendente espansione territoriale (tutto il Peloponneso cade sotto il potere di Mystra), prima di cadere nelle mani ottomane nel 1460.

Davanti ad un tale stato di indebolimento e di smembramenti, appare sorprendente come Costantinopoli, che rimane attaccata fino all’ultimo alla sua idea di monarchia universale, abbia potuto mantenersi in piedi per oltre un secolo davanti alla avanzate marea ottomana. Questo si spiega senza dubbio con l’interesse prioritario che i Turchi dedicavano all’epoca alla penisola balcanica (che iniziano a conquistare in maniera sistematica) e la condizione di stato quasi vassallo nella quale si era venuta a trovare Bisanzio nei confronti dei Turchi.

In effetti solo la sconfitta di Ankara, riportata nel 1402, dal Sultano Bajazit di fronte ai turco-mongoli di Tamerlano (Timur Lang) e la benevolenza del Sultano Mehemet 1°, troppo impegnato a ricostituire l’impero di suo padre sulle spoglie dell’effimera conquista di Tamerlano, hanno consentito a Costantinopoli un’ultima tregua.

L’assedio di Costantinopoli

Mehemet 2°, il 3 aprile 1451, alla testa di un esercito di circa 100 mila uomini, pone il suo campo di fronte alle formidabili difese terrestri, elevate già dal 413 dall’imperatore Teodosio 2°.

Questa muraglia, bombardata sistematicamente dall’artiglieria turca, il cui più potente cannone era in grado di lanciare palle da 600 chilogrammi ad una distanza di quasi 1 chilometro e mezzo, diviene, per 55 giorni, il teatro di furiosi combattimenti contro i circa dieci mila eroici difensori. Il 12 aprile la flotta ottomana  (145 vascelli) arriva in vista del Corno d’Oro, difeso da una catena stesa fra la punta del Serraglio e la colonia genovese di Pera/Galata e difeso da una flotta eteroclita composta da unità navali bizantine, genovesi e veneziane.

Mehemet 2° non arrivando a forzare le difese marittime del Corno d’Oro, ordina (22 aprile) di trasportare una parte della sua flotta, per via terrestre alle spalle di Pera, a nord del Corno d’Oro, obbligando in tal modo le forze di difesa bizantine a rischiararsi su diversi chilometri di bastioni.

Il 29 maggio, alle prime luci dell’alba, gli Ottomani lanciano l’assalto finale ed impadronendosi di una postierla all’altezza del palazzo imperiale delle Blacherne (la Kerkoporta), riescono a raggiungere i bastioni, sommergendo rapidamente le indebolite difese bizantine, alla cui testa trova la morte in combattimento l’ultimo imperatore Costantino 12°.

Epilogo

La più potente cittadella del mondo, non aveva potuto nulla contro la formidabile artiglieria turca e la città, sprovvista di una flotta di difesa, viene conquistata dai giannizzeri (Jeniceri) nella giornata del 19 magio 1453.

Tuttavia il rigetto dell’Unione di Firenze da parte del clero russo e la rottura che esso ha comportato con il Patriarcato di Costantinopoli, contribuisce alla perennità del mondo ortodosso: quest’ultimo, a livello embrionale sulle rive del Tevere e trionfante sulle rive del Bosforo è costretto a trovarsi una nuova terra d’asilo. Saranno le rive della Moscova e le mura del Cremlino moscovita ad accogliere l’eredità bizantina. Mosca diventa così l’erede di Costantinopoli, dando vita al mito della terza Roma.

NOTE

(1) Comandante in capo dell’esercito, carica senza dubbio la più importante per quei tempi perturbati

(2) Scuola di spiritualità della Chiesa Ortodossa, fondata sulla contemplazione e l’invocazione reiterata del nome di Gesù. Guidata principalmente da G. Palamas

Copyright © 2013. www.iacopi.org  Rights Reserved.