ELEONORA D’AQUITANIA

ELEONORA D’AQUITANIA

(Stampato su “Subasio” n. 1/12 del marzo 2004. Bollettino trimestrale dell’Accademia Properziana del Subasio di Assisi)

Donna e Regina dall’esistenza eccezionale! Fu la causa di numerosi conflitti ma anche una delle propugnatrici della letteratura cortese

Eleonora Duchessa d’Aquitania[1] fu una donna, una Regina, dall’esistenza straordinaria nella quale molto resta aureolato di mistero. Dipinta in generale come volubile ed ambiziosa all’eccesso, forse lo fu. Dopo il suo divorzio dal troppo timido Luigi 7° di Francia, attraverso il suo secondo matrimonio con Enrico Plantageneto di Normandia (1133 - 1189), essa fu la causa iniziale del lungo conflitto fra la Corona di Francia e quella d’Inghilterra nella Guerra dei Cent’anni. Ma agli occhi della storia essa rimane anche la regina dei Cantastorie in lingua d’oil (nord della Francia) e dei Trovatori occitani. E’ proprio a lei che si deve il fiorire in tutta l’Europa dell’immenso movimento della letteratura cortese, costruita intorno al mito celtico del Santo Graal.

Eleonora era l’ereditiera del potente Ducato d’Aquitania, che occupava la parte centro - meridionale occidentale della Francia. Nata a Poitiers fra il 1120 ed il 1122, a 15 anni, nel luglio 1137, le fecero sposare a Bordeaux, il Delfino di Francia, divenuto qualche giorno più tardi Luigi 7° a seguito della morte del padre. Come dono di nozze a questo Re che regnava veramente solo un territorio molto esiguo intorno a Parigi, la sposa portava invece in dote un enorme dominio: la Guyenna, la Guascogna, il Poitou, la Marche, il Limousin, l’Angoumois, il Perigord, la Santoinge ed altri territori, dei possedimenti a dir poco immensi, se confrontati con quelli del marito.

Si dice che il giovane Re ne fosse follemente innamorato, ma impacciato e quasi bloccato, tanto che non seppe in alcun modo soddisfare l’impetuosa giovenca che era Eleonora. Essa proveniva dalla razza bollente di suo nonno Guglielmo 9° d’Aquitania detto il Trovatore (1086 - 1127), autore di poemi che avevano cantato le lodi dell’amore e delle donne nella maniera più libera per quel tempo.

Dal suo arrivo a Parigi, la giovane sposa, già delusa, si scontra con un ambiente reputato rozzo e freddo. Luigi 7°, terribilmente geloso, fa cacciare il poeta Marcabru[2], giudicato troppo “vicino” alla Regina. Inoltre l’influenza che la regina esercita nella condotta degli affari irrita la Corte capetingia. Ad esempio il sostegno incondizionato che Eleonora apporta al contratto matrimoniale fra Petronilla, sua sorella, divide i grandi feudatari. Per di più essa convince il Re ad uno sfortunato intervento nella Champagne che si conclude con l’eccidio di più di 1000 persone, morte nell’incendio della chiesa di Vitry sur Marne appiccato per istigazione dello stesso Re. Duramente condannato da Bernardo di Chiaravalle[3], condizionato dai suoi confessori, attanagliato dalla sua estrema pietà, il giovane è costretto a prendere le distanze da Eleonora. Nonostante i consigli del suo fido consigliere Suger[4], torturato dai rimorsi dopo il massacro di Vitry e sotto la pressione del Papa, Luigi 7° si lancia nella 2^ Crociata, predicata nell’estate del 1146 da Bernardo di Chiaravalle. Parte nel 1147 per l’Oriente accompagnato dalla moglie e la crociata si tradurrà in un grave disastro. Ad Antiochia Eleonora ritrova suo zio, Raimondo di Poitiers[5] e dopo quest’incontro il dissidio della coppia diviene pubblico. Non si sa esattamente che cosa sia realmente successo ed a riguardo si è parlato molto di una relazione con lo zio. Sembrerebbe che Eleonora si sia lamentata di aver sposato un monaco e che la sua vita era piena di noia tanto che …. Rientrato in Francia dopo il fallito assedio di Damasco e senza le sue truppe, Luigi 7°, folle di gelosia, commette il gravissimo errore politico di far pronunciare il suo divorzio da Eleonora dal Concilio dei Beaugency per motivi di parentela. La sposa ripudiata nel marzo 1152 ha appena trent’anni.

I possedimenti dell’Aquitania in questo modo escono dai domini del Re di Francia !

Ridiventata una delle donne più corteggiate dell’epoca, la duchessa s’innamora di Enrico Plantageneto, di dieci anni più giovane di lei e lo sposa. Questi erede della Casa di Angiò, è esattamente l’antitesi di Luigi 7°. Focoso, ambizioso, colto, il suo carattere seduce completamente la donna. Insieme potranno essere dei conquistatori. Quando muore nel 1154 il Re d’Inghilterra, che aveva nominato Enrico erede al trono, la coppia non esita un istante a superare una pericolosa tempesta per traversare la Manica e per farsi coronare a Westminster il 28 febbraio 1155. Di nuovo Regina, ma d’Inghilterra questa volta, Eleonora si trova con il suo giovane sposo Enrico 2°, alla guida di uno dei più grandi regni d’Occidente. Sotto la Corona Plantageneta si trovano così riunite l’Inghilterra, la Bretagna, la Normandia e l’Aquitania, il cui avvenire è assicurato da numerosi discendenti. Eleonora, al massimo della gloria, può ora dare la misura delle sue capacità. Essa accarezza persino la speranza di vedere un giorno un suo discendente alla testa del regno dei Capetingi. Nel 1158 viene concluso un progetto di matrimonio fra il suo secondo figlio e la figlia del nuovo matrimonio di Luigi 7°.

Nel frattempo la ricchezza e l’efficace amministrazione dei sovrani anglo angioini e dei loro funzionari sbalordiscono l’Europa. Ma è soprattutto l’influenza culturale della corte di Eleonora che dà la sua impronta al secolo, favorendo il risveglio e l’espansione dell’immaginario dei Celti e di Re Artù, attraverso una moltitudine di opere poetiche, ispirate particolarmente dalla traduzione che il normanno Maistre Wace[6] ha realizzato dell’opera di Re Artù (Historia Regum Britanniae) di Goffredo di Monmouth.[7]

Questa epoca d’oro per la Regina non dura che un breve spazio di tempo. Il secondo matrimonio di Eleonora è altrettanto sfortunato del primo. Ma questa volta è la Regina che soffre delle numerose tresche amorose dello sposo. Questi in particolare è pubblicamente attratto dalle grazie della giovane e bella Rosamunda.

Separandosi dal marito la Duchessa, circondata dai suoi figli, stabilisce la sua corte a Poitiers, che trasforma in un incomparabile cenacolo artistico e poetico, facendolo diventare il centro della vita cortese e cavalleresca. Cristiano de Troyes[8] vi soggiorna e vi trova forse l’ispirazione del suo primo romanzo “Erec ed Enide”. Egli in seguito si invaghisce della figlia della Regina, Maria, “la gioiosa contessa della quale la Champagne si illumina” che, come la madre, ha il raro dono di suscitare la poesia intorno ad essa. E’ proprio per Maria de Champagne (1128 – 1190) che Cristiano scriverà quei romanzi di cavalleria che marcheranno per sempre l’immaginario collettivo dell’Occidente.

Eleonora da parte sua è ancora troppo focosa per contentarsi del suo ruolo di ispiratrice e di musa dei poeti. Non è certo facendo uccidere Rosamunda, così come hanno potuto raccontare all’epoca, che si vendicherà del suo sposo, ma fomentando, a partire dal 1173 la rivolta dei figli contro il padre. La natura eterogenea del regno Plantageneta ed il potere sempre più tirannico di Enrico 2°, spiegano da soli i problemi che verranno. Eleonora, la cui immagine verrà a poco deformata da calunnie, accusata di tutti i vizi, non tarderà a pagare la vendetta del marito. Catturata da un uomo di Enrico 2°, viene imprigionata in Inghilterra per ben dodici anni. Dopo la morte di Enrico 2° ed all’accessione al trono nel 1189 del suo figlio preferito, Riccardo Cuor di Leone (1157 – 1199), Eleonora ritrova la libertà. Nonostante i suoi 67 anni, infaticabile, dopo la partenza di Riccardo per la 3^ Crociata, si impegna a difendere l’integrità dell’eredità di suo figlio. Dimentica dell’età, non smetterà di percorrere l’Europa per cercare in Navarra la sposa promessa per il figlio o per portare il riscatto richiesto dall’Imperatore Enrico 6° d’Asburgo, Duca d’Austria per la liberazione di Riccardo.

Ma la morte di Riccardo, ferito a morte da un verrettone di una balestra durante un assedio, scuote dalle fondamenta la fortuna dei Plantageneti che la stessa Eleonora aveva largamente contribuito ad edificare. Cosciente dei limiti del suo ultimo figlio, Giovanni senza Terra (1166 - 1216), ella non esita ad uscire dal suo ritiro, quando ha quasi 80 anni, per cavalcare attraverso i suoi stati per riprenderli in mano, in modo che accettino il nuovo Re. Si recherà perfino a rinnovare il suo giuramento feudale per l’Aquitania nelle mani del Re Filippo Augusto di Francia ed a far sposare una delle sue nipoti, Bianca di Castiglia, (1188 - 1252) con il Delfino di Francia, come pegno di riconciliazione fra le due corone.

Allorché muore, nel 1204, presso l’Abbazia di Fontevrault[9], l’azione di smantellamento della potenza anglo normanna in terra di Francia è appena iniziata.

Eleonora, Duchessa, due volte Regina, si era spenta a circa 82 anni al termine di una vita i cui sussulti rappresentano una vera e propria epopea. La Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda risuona ancora del suo nome come di quello dei suoi figli. La sua tomba, che si può ammirare nel coro della chiesa abbaziale di Fontevrault, la rappresenta con un libro in mano. Questa allegoria eterna il ricordo di quella che ha permesso la nascita della letteratura cortese, ineguagliato luogo di incontro fra la dama ed il cavaliere, della letteratura francese e successivamente, attraverso la corte di Palermo, della letteratura italiana.

 

[1] 1122 - 1204. Figlia di Guglielmo 10° d’Aquitania (1099 - 1137) e di Aenor di Chatellerault

[2]Originario della Guascogna, 1127 - 1148. Uno dei primi trovatori storicamente documentati

[3] 1090? - 1153, Monaco di Citeaux (Cistercense) ed Abbate di Clairvaux (Chiaravalle)

[4] Abate di S. Denis (Dionisio) 1081 - 1155

[5] 1136 - 53. Principe d’Antiochia

[6] Jersey, 1100 ? 1174; poeta anglo normanno, autore del Roman de Brut e del Roman de Rou dove viene descritta la battaglia di Hastings

[7] Chierico normanno nato nel Galles nel 1100, Vescovo di Asaph nel 1152; morto ad Asaph nel 1152

[8] morto nel 1185 circa: poeta alla corte di Maria de Champagne, autore tra gli altri del “Lancelot” e del “Roman de Perceval” (Racconto del Graal)

[9] monastero doppio, uomini e donne, fondato dal beato Roberto d’Arbrissel nel 1101, caro ai Duchi d’Aquitania, dove sono sepolti Eleonora e Riccardo Cuor di Leone